Teatro e Storia

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Scritti di Rodez, a cura di Rolando Damiani Antonin Artaud Milano, Adelphi

In questi ultimi anni i lettori italiani, grazie soprattutto alle edizioni Adelphi, hanno avuto modo di entrare in quel tessuto fitto e magmatico che è la scrittura dell’ultimo Artaud, quella degli anni dell’internamento e subito successivi. Le curatele sempre più scarne e i montaggi di testi provenienti da diversi volumi nelle versioni originali caratterizzano però le traduzioni di questi ultimi anni, e gli Scritti di Rodez ne sono un esempio. Il risvolto di copertina ci informa brevemente sui dettagli biografici e sulla natura di questi scritti, lettere dal manicomio e una scelta dei testi raccolti in francese nei Nouveaux écrits de Rodez, edito nel 1977 con la collaborazione di Gaston Ferdière, psichiatra di Artaud, riedito nel 2007 con un CD in cui Ferdière parla del suo paziente e si sente il famoso omaggio di André Breton al poeta appena liberato, nel 1946. Una nota in chiusura della raccolta rende conto della provenienza degli scritti tradotti. Le lettere sono tratte dai volumi X e XI delle Œuvres Complètes edite da Paule Thévenin, che sono anche la fonte dell’apparato critico. In mancanza di un progetto di traduzione coerente e complessivo, e di un’attenzione all’attuale dibattito sulle edizioni artaudiane in francese, all’operazione Adelphi va comunque il merito di tornare ad Artaud, di far tornare Artaud e la sua scrittura incandescente. (Samantha Marenzi)


I cinque continenti del teatro. Fatti e leggende della cultura materiale dell'attore Eugenio Barba-Nicola Savarese Bari, Edizioni di Pagina

Un libro che racconta il quando, dove, come, per chi e perché del teatro. Cioè la sua cultura materiale, quelle che i due autori chiamano le sue “tecniche ausiliarie”, gli aspetti economici come gli spazi dello spettacolo, le informazioni che vengono date al pubblico come le diverse circostanze che generano gli spettacoli. Tutto questo, però, con lo stile particolare e la capacità di spiazzare il lettore propri ai due autori de L'arte segreta dell’attore. Un trattato di antropologia teatrale, la cui lunghissima vita è iniziata nel 1983. Auguriamo ai due autori altrettanta fortuna con la loro seconda opera comune


Le Jeu de l'acteur de mélodrame a cura di Roxane Martin "Revue d'Histoire du Théâtre", N. 274, Trimestre 2

Il numero monografico curato da Roxane Martin (storica del teatro dell’Università della Lorena a Metz), prova a colmare un vuoto storiografico partendo da questioni precise: perché un maestro del XX secolo come Louis Jouvet ha proposto nel 1939 una classe di melodramma per il conservatorio nazionale? Perché Charles Dullin ha dedicato un capitolo delle sue memorie “À l’école du mélodrame”? E perché, qualche anno più tardi, Jacques Lecoq ha inserito la pratica del melodramma nella sua pedagogia teatrale? A partire da queste domande e da un accurato lavoro sulle fonti i diversi autori accompagnano il lettore alla riscoperta della recitazione dell’attore di melodramma. (Gabriele Sofia)


Albert Camus et L'État de siège. Genèse d'un spectacle Vincenzo Mazza Paris, Classique Garniers

L’état de siège, presentato il 27 ottobre 1948 al Teatro Marigny di Parigi, è il risultato dell’unica collaborazione tra Albert Camus e Jean-Louis Barrault. Il libro non ha solo il merito di ricostruire con dovizia di particolari la genesi di uno spettacolo che, malgrado le difficoltà, ha segnato le culture teatrali del XX secolo, ma riesce anche a costruire un immagine nuova, e per alcuni versi inedita, di due personalità marcanti come quelle di Camus e Barrault. (Gabriele Sofia)


Du sport à la scène. Le naturisme de Georges Hébert (1875-1957) dans la collection «Corps de l'esprit» Pierre Philippe-Meden Presses Universitaires de Bordeaux

A parte alcune eccezioni celebri, sono poche le ricerche che mettono in relazione le rivoluzioni teatrali con le riforme dell’educazione fisica. Tra queste ultime, il cosiddetto “Méthode Naturelle” di Georges Hébert è sicuramente una delle più radicali e controverse. Questo libro ha il merito di offrire un nuovo punto di vista storico sull’evoluzione di questo metodo, anche grazie a un bel lavoro su «L’Éducation Physique» (rivista di propaganda hébertista). Oltre a sottolineare ancora una volta l’influenza che questo metodo ha avuto su alcuni maestri della scena (come Copeau), Philippe-Meden sottolinea anche come alcuni principi stiano riemergendo all’interno di pratiche come il “parkour” o il “freerunning”. Il libro è completato da una prefazione di Bernard Andrieu (professore in scienze dello sport all’Università di Lione 2) e una postfazione di Jean-Marie Pradier. (Gabriele Sofia)


L'età dei maestri. Appia, Craig, Stanislavskij, Mejerchol'd, Copeau, Artaud e gli altri Mirella Schino Roma, Viella

Questo, invece, è un libro nuovo. Nasce come ri-sistemazione de La nascita della regia teatrale, un lavoro di più di dieci anni fa, in vista di una edizione inglese. È diventato un’altra cosa, la ricerca di un punto di vista diverso per studiare e per guardare questi anni e questi protagonisti. Ho cercato di osservare l’età dei maestri, la grande stagione teatrale europea di inizio Novecento, da una prospettiva diversa, forse un po’ anomala, cercando di sovvertire le gerarchie di importanza dei problemi. L’ho raccontata attraverso romanzi, spettacoli, riviste, biografie, eventi, guerre, rivoluzioni, cercando di farne una storia comprensibile per gli esperti di teatro come per chi non lo conosce. Perché il bello (e il limite) del teatro è che la sua cultura appartiene a tutti. Ne è venuta fuori una storia trasversale, con un piede nel teatro e un altro fuori.