Teatro e Storia

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Il teatro nella storia Raimondo Guarino Roma-Bari, Laterza, 2005.

è uscito da Laterza Il teatro nella storia di Raimondo Guarino. Il libro riflette sulle conseguenze indotte nella ricerca sullo spettacolo dal dilatarsi delle misure dello spazio e del tempo nella metodologia storica nel XX secolo. Ne emerge un fattore costante, pertinente alla dimensione metodologica, cioè il conflitto tra la memoria pratica dell'azione, non scritta e non verbale, che sostanzia la natura dei teatri e l'esperienza degli uomini di teatro, e la memoria di cose e scritture che ne fissano la memoria seconda, determinando teorie, profili istituzionali, distorsioni della coscienza storica. La ragion d'essere del lavoro storico sul teatro, e la sua identità esemplare nell'esperienza storica in genere, appaiono nel mostrare e frequentare la frattura tra la memoria vivente e operante delle pratiche, i relativi processi di trasmissione, e il sedimento residuale di quanto viene interrogato come documento.


L'attrice del cuore. Storia di Giacinta Pezzana attraverso le lettere Laura Mariani Firenze, Le Lettere, 2005

Il libro riguarda un'attrice-scrittrice anticonformista giunta a creare senza soluzione di continuità imponenti personaggi romantici e naturalisti; a rivelare definitivamente la giovane Duse e a proporre un Amleto en travesti; ad animare l'emancipazionismo italiano e il mazzinianesimo con visioni alternative di politica sociale fino a realizzare una scena romanesca; a suscitare persino il teatro nazionale rioplatense e a incontrare il cinema. Tale complessità non sarebbe stata ricostruibile se l'autrice non avesse disseminato pensieri e documenti sulla Pezzana lungo questa edizione critica di 410 lettere, scelte fra 1100, fino a ricostruire una biografia d'attrice. Riaffiora così un intreccio di motivi esistenziali in fermento, soprattutto in relazione alle lettere riguardanti le tre corrispondenti elettive, Giorgina Saffi, Alessandrina Ravizza e Sibilla Aleramo, a cui fanno specchio le lettere professionali e di circostanza, rivolte, fra gli altri, a Boutet e Verga, a Bersezio e Zola.


Gli spettacoli di Odino. La storia di Eugenio Barba e dell'Odin Teatret Franco Perrelli Bari, Pagina, 2005

Il libro si presenta come il diario di un critico a partire dal 1972, e dallo spettacolo Min Fars Hus, per arrivare fino al recentissimo Il sogno di Andersen, ma dedica ampio spazio anche agli spettacoli iniziali dell'Odin, in particolare a Ferai, la cui genesi è seguita attraverso alcune fonti nordiche poco note in Italia. La peculiarità di questo nuovo saggio sull'Odin sta proprio nel ricollegare la figura, il lavoro e l'influenza di Barba e del suo gruppo all'ambiente scandinavo.


Il figlio prigioniero. Carteggio tra Luigi e Stefano Pirandello durante la guerra 1915- 1918 Andrea Pirandello (a cura di) Milano, Mondadori, 2005.

è l'edizione antologica del carteggio tra Luigi Pirandello e il figlio Stefano nel corso della prima guerra mondiale e della prigionia di Stefano. è un libro raro, un libro a strati - c'è la guerra, e ci sono le vicende di questo giovanotto, Stefano, troppo intelligente, troppo sensato, troppo legato alla famiglia, troppo affettuoso. C'è la famiglia: un nido di conflitti, la madre con turbe nervose in aumento; il figlio più giovane che tenta l'evasione, e vi riesce; la figlia che tenta il suicidio, e per fortuna fallisce. E il padre, soprattutto, che cementa pietra su pietra la chiusa "torre Pirandello". C'è il rapporto simbiotico e straordinariamente interessante tra uno scrittore più grande, padre, un genio di natura vampiresca, e il figlio scrittore pure lui - firmava i suoi lavori con il nome d'arte di Stefano Landi - che è stato però anche il co-autore segreto di una buona fetta degli scritti critici del padre. C'è Andrea Pirandello, straordinario testimone dall'interno, narratore di leggende e testimonianze familiari, figlio del figlio Stefano. E c'è un livello di affetti reciproci fervido, carnale, direi, eppure (ed è questo il bello) lucidissimo. Sulla base delle lettere, dei suoi ricordi, di ricostruzioni accurate, di frammenti di opere dei due scrittori, Andrea ricostruisce il complicato rapporto tra i due, un rapporto reso più vivido e incandescente dalla situazione, il padre a casa, ad accudire la moglie sempre più malata di mente, il figlio in guerra, in pericolo: "Ma poi il padre veramente nelle sue lettere aveva cominciato a supplicarlo che, facendo beninteso tutt'intero il suo dovere, volesse pure pensare un po' a lui, a non far "oltre, per puro impeto giovanile", lo supplicava, insomma, di non bruciarsi - scrive Stefano, descrivendo la situazione che si era creata tra lui stesso e il padre all'inizio della guerra in un romanzo più tardo, scopertamente autobiografico. - Con un'umiltà accorata, una passione che davan a credere che gli sarebbe morto dietro, e arrivò a dirlo, infatti: "che sarebbe di me?" [...]. Sapeva ora che quell'umiltà e passione con cui il padre lo supplicava di restargli vivo, così tutta di cuore, di povero padre tutto padre, era soltanto il modo di non avere orrore del suo sentimento vero, vitale, dov'egli certo era oscuramente consapevole che, dopo aver dato e quasi imposto al figlio quella fiducia ch'egli potesse aver vita solo nell'ambito della loro comunione, se lui gli fosse morto, non soltanto la sua grande forza l'avrebbe lasciato vivo, da solo, ma si sarebbe perfino nutrito prodigiosamente di questa sventura come una pianta di una potatura, amandola come egli non poteva far a meno d'amare tutte le sue prove, le più crudeli, tutte utili, tutte necessarie alla faticosa e gloriosa liberazione del suo spirito. Dalla morte del figlio sarebbe forse nata la sua opera più bella. E pover uomo non voleva" (p. 64). Nel 2004 l'editore Bompiani di Milano ha pubblicato tutto il teatro di Stefano Pirandello, tre volumi a cura di Sarah Zappulla Muscarà ed Enzo Zappulla. Il primo volume comprende una Cronologia di ben quattrocento pagine, in cui è difficile non sentire il grande apporto del lavoro minuzioso di ricostruzione di Andrea Pirandello (peraltro debitamente e un po' genericamente ringraziato dai curatori).


Il romanzo della regia. Duecento anni di trionfi e sconfitte Luigi Squarzina Pisa, Pacini 2005.

Luigi Squarzina ha pubblicato, presso l'editore Pacini di Pisa, nella collana "Saggi critici" diretta da Arnaldo Pizzorusso ed Ezio Raimondi, un volume di 554 pp. intitolato Il romanzo della regia. Duecento anni di trionfi e sconfitte. In questo libro, Squarzina rifonde e trasforma molti dei suoi scritti precedenti, dalle panoramiche storiche sul teatro agli interventi militanti e polemici. Li intreccia con pagine di diario, appunti, materiali e lettere di lavoro.